dal BLOG “Il Cortile e il Pancotto”
La rinascita di Foggia? Speriamo che sia femmina. Anzi, già lo è. Lunedì scorso Cristina Cucci ha battezzato la neonata associazione antiracket di Foggia (esisteva a Vieste ma non nel capoluogo dauno), di cui è stata insignita presidente. Cristina era già da considerarsi generosa e coraggiosa nella misura in cui aveva deciso di scommettere su un “mercato” in forte crisi: il matrimonio. Infatti, aveva da poco aperto un’agenzia per la organizzazione di eventi nuziali, sulla scorta del modello americano. Chissà che ora non si dedichi anche alla nuova moda made in Usa di organizzare eventi per festeggiare separazioni e divorzi!
Nel gennaio scorso Iaia Calvio denunciava pubblicamente e mediaticamente il clima di ricatto e di connivenze presenti all’interno del Comune di Orta nova. Un simpaticissimo parlamentare di Capitanata aveva addirittura chiesto un’interrogazione parlamentare sull’eccessiva esposizione mediatica di questa donna. Iaia attirava su Foggia e Provincia l’attenzione dei maggiori network e riusciva a meritare il Premio Nenni 2014, assegnato a chi fra politici, giornalisti, attivisti, si è contraddistinto per alte qualità morali, umane e politiche, per la difesa dei diritti dei più deboli, per l’uguaglianza, per il benessere della collettività, per la lotta alle mafie e alla corruzione, per la salvaguardia dell’ambiente.
Una così, io me la porterei in giro come una reliquia. Un bollino di qualità in tema di legalità e difesa dei diritti civili che, immagino nella mia ingenuità, spaventa chi non è educato ad arricchirsi attraverso il culto della differenza di pensiero e del confronto di vedute. Iaia avrebbe dovuto avere la fila dietro la porta per ricevere inviti e incarichi. Ed invece inviti e incarichi seguono alchimie differenti a quelle che hanno ispirato il Comitato del Premio Nenni. Per la cronaca nel programma dell’ultima festa de L’Unità Iaia non era tra gli invitati sul palco. Piuttosto riceve inviti in giro per l’Italia. Nessuna donna è profeta in casa sua.
Daniela Marcone da poco meno di 20 anni attende Giustizia. Ma la Giustizia ha chiuso i battenti rispetto al caso dell’omicidio di suo padre. “Che si faccia piazza pulita della diffusa omertà, della sempre più pericolosa indifferenza, delle collusioni abilmente mascherate ma tragicamente operanti nel tessuto sociale” predicava Mons. Casale il 3 aprile 1995 nell’omelia del funerale. Daniela non ha mollato. Le donne di questa terra non mollano. Daniela continua la sua battaglia in Libera, al fianco di Don Ciotti, uno al quale affiderei le politiche in tema di giustizia, di cultura, di lavoro, di equità sociale.
Cristina, Iaia, Daniela. Tre Gabbiani Jonathan Livingston. Diteci la rotta. Anche contro vento, non importa. Anzi, pare che contro vento si voli più in alto.