L’aeroporto non diventi un alibi

Indovinello. Dovete indovinare un luogo.

Di questo luogo nel 1949 dissero Togliatti e De Gasperi che era la vergona d’Italia. Le sue abitazioni furono descritte da Calo Levi come un ambiente paragonabile all’inferno di Dante. Nel 1950 Adriano Olivetti capisce le potenzialità e ne fa un laboratorio sperimentale a cielo aperto, tanto che nel 1993 diventa il primo sito del mezzogiorno ad essere riconosciuto patrimonio dell’umanità. Nel 2019 questo luogo sarà Capitale Europea della Cultura. E’ Matera, che ha fatto della sua infernale vergona la sua fortuna.

Ma ora, provate a cliccare su Google “come raggiungere Matera” oppure “come arrivare a Matera”. Ecco i risultati.

Navetta: servizio di transfer su prenotazione dall’aeroporto di Bari, poi circa un’ora e mezza per arrivare a destinazione

Treno: Matera non è ancora collegata alla rete FS. E’ servita dalle ferrovie a scartamento ridotto F.A.L. (Ferrovie Appulo Lucane) che la collegano a BARI in tempi che vanno dai 60 ai 90 minuti. Oppure ci si può servire delle stazioni di Ferrandina Scalo o di Metaponto.

Per carità, nonostante la mia naturale attitudine ad andare contro corrente, non mi schiero contro l’aeroporto, anche un bambino capirebbe che una infrastruttura del genere sarebbe altamente strategica. Ma proprio non riesco ad abbassare la testa e a seguire la moda senza prima elaborare con senso critico e costruttivo, come tutti quelli cresciuti in cortile e amanti della filosofia.

Primo. Attenzione che l’aeroporto non diventi un alibi o un modo per nascondere altri e ben più gravi problemi. La prima barriera architettonica del turismo sul Gargano è la scarsa propensione ad investire in qualità e professionalità, la realtà è più nel senso di chiudere al primo di settembre e andare a fare il secondo lavoro, spesso a nero. Il primo problema dell’imprenditoria foggiana, invece, è dover fare i conti con corruzione dilagante e criminalità spavalda e sfacciata. Chiamiamo le cose con il loro nome.

Secondo. Attenzione che con tutta l’attenzione puntata sull’aeroporto non ci sfilino sotto il naso la fermata ferroviaria dell’alta velocità Bari-Napoli. Una tal sconfitta taglierebbe l’intera Daunia da tutto il versante tirrenico della penisola, a vantaggio di Valle D’Itria e Salento.

Nelle more della auspicabile vittoria della battaglia per l’Hub foggiano, sarebbe un errore macroscopico tralasciare gli investimenti in cultura, qualità, formazione. Se un giorno un tedesco atterrerà a Foggia per far visita al Gargano, o ai Monti Dauni o per camminare sulla Via Francigena, ebbene dovrà aver voglia di visitare Foggia, per quello che si può vedere, per quello che si può fare, per i servizi che saprà offrire e la loro qualità. Molti siti turistici e imprenditoriali non sono partiti dall’aeroporto, il traffico aereo li ha premiati in seguito.

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