dal Blog “Il Cortile e il Pancotto”
In una passeggiata domenicale, alla ricerca di cortili rurali, mi imbatto in immense aziende agricole, il cui aspetto racconta al tempo stesso un passato glorioso, un presente muto ed un futuro inesistente.
Non ho potuto fare a meno di immaginare quelle stesse gloriose masserie incastrate in Valle d’Itria o nel celebratissimo Salento. Di sicuro avrebbero ospitato gente con gli idiomi più disparati, cullati dalla magia che il mix di cultura enogastronomica e tradizioni locali sanno dare, tra una sauna e una passeggiata negli uliveti secolari, tra un massaggio ayurvedico e una carezza ai muretti a secco.
Molte di queste masserie, a due passi da Foggia, a breve verranno abbattute, per evitare che su di esse si abbattano bizantine norme sull’accatastamento degli immobili rurali. Oppure, come mi dice un fattore che puzzava di nostalgia di tempi andati, a causa di una burocrazia lenta, costosa, corrotta.
Se questa è la mentalità, la storica campagna foggiana morirà e tornerà ad essere latifondo. Non credo come Marx che la proprietà privata sia un furto, ma piuttosto non farla fruttare in termini di occupazione e indotto mi pare scellerato, questo sì. E sono certo si troverebbe il modo per detassare l’accatastamento dei fabbricati rurali, in costanza di un investimento occupazionale.
E’ la sfida che tanti folli che sto incontrando vogliono raccogliere. Pare che i visionari siano come le api, ad un certo punto si ritrovano in un medesimo luogo, guidati da affinità elettive misteriose eppure esistenti. Da mesi incontro visionari, tra cui Giuseppe Savino che, stanco di raccogliere olive “a perdenza” ha trasformato la raccolta delle olive in esperienza culturale e turistica. Federico Ceschin e Claudio e Paolo Grenzi che portano a Bari, al teatro Margherita, una mostra per comunicare e “vendere” il prodotto turistico dauno, in particolare le Vie Francigene. Peppe Zullo, che con la Condotta Slow Food Foggia e Monti Dauni domenica prossima organizza “Il Natale dei Viandanti: rievocazioni gastronomiche lungo le Vie Francigene e verso la Terra Santa”. Da ultimo Giuseppe Sciretta. Questo, vi avverto, è pericoloso per chi lo incontra. Vive su un’altra atmosfera e ogni tanto lancia verso il basso utopie concrete, come quella di prendere in prestito da Expo 2015 qualche migliaio di turisti asiatici e portarli sui Monti Dauni!
Eroi della Restanza, chimici dell’utopia concreta, esteti della Terra Madre, briganti della vita lenta.
Sarà un caso, ma sulla copertina del numero di novembre del mensile Millionaire, si ergeva un titolo che mi ha fatto gonfiare il petto: “Mollo tutto! Vado a lavorare in Puglia”.